La mia visione di addestramento-educazione-sport con gli animali parte dai cavalli. All'inizio mi sono fatta convincere che alcuni metodi erano necessari ed indispensabili, che usare un morso più duro, usare lo chefney, impormi fisicamente fosse corretto e seguisse una forma etologica (l'alpha, l'individuo dominante). Ma grazie ad una addestratrice inglese ho scoperto un altro mondo, un altro modo di vivere ed addestrare, basato sulla coerenza, sulla lettura dei comportamenti, dei movimenti, degli spazi, del linguaggio equino, non quindi l'uomo al centro del mondo che inibisce l'espressione, ma un controllo dei comportamenti valutando il singolo individuo e con una lettura della specie.
Poi sono passata ai cani. La lettura è quindi completamente diversa, si passa da una preda ad un predatore, i linguaggi sono diversi, ma resta in comune una cosa che per me è fondamentale : gli animali provano amore, rabbia, gioia, dolore, imbarazzo, e tutta la gamma di emozioni che tanti ritengono proprie solo dell'uomo. Partendo da questo concetto per me diventa fondamentale a questo punto il rispetto. Rispetto dell'individuo, rispetto del suo carattere individuale, rispetto perché ETICAMENTE è giusto dare a questi compagni dell'uomo che vorremmo fosse fatto a noi stessi.
E' quindi a questo punto indispensabile per me allontanare ogni forma di metodi coercitivi e violenti, ma non solo : è altrettanto indispensabile non vedere il cane a livello di una macchina, leggendo il suo comportamento come una serie di istinti e condizionamenti appresi. Quindi per me è un no a tutto quegli addestratori che rincretiniscono i cani a forza di ripetizioni e bocconcini, con poco o purtroppo spesso niente coinvolgimento emotivo, alla ricerca di una tecnicismo esasperato dell'apprendimento (faccio questo e lui fa quello).
Facendo educazione di base a tantissimi cani mi sono trovata di fronte a vari tipi di compagni umani (la parola proprietario proprio non mi piace..). Da quelli che pensano che il cane "deve fare il cane" e quindi non indirizzano le sue espressioni per una idea sbagliata di libertà, quindi quanto più è "casinista" e meglio è, a quelli che non lo coinvolgono nella propria vita, lasciandolo in giardino o in terrazzo. Altri invece lo assecondano in tutto e per tutto snaturalizzandolo all'accesso, vedendolo come un figlio o un bambolotto da proteggere, per altri è un giocattolo da eccitare e poi riporre quando non ci interessa, per altri un semplice mezzo per raggiungere un prestigio personale, per altri un modo di mostrare attraverso di lui quanto si è forti e duri, per altri un modo di dimostrare come siano autoritari e dispotici, quanto sono in grado di inibire e sottomettere
Per me educare vuol dire comprendere, guidare, realizzare il carattere del cane. Ma per vivere nel contesto urbano, in famiglia, nel mondo il cane ha bisogno di disciplina, disciplina che è perfettamente
naturale nel mondo canino. Disciplina non deve essere visto come un termine negativo, ma positivo, ovvero indirizzare, impostare, controllare i comportamenti senza snaturarli. Per far questo ci vuole coerenza, ci vuole pazienza, ci vuole costanza, ci vuole dolcezza ma allo stesso tempo fermezza. Bisogna conoscere la natura canina, la specificità delle caratteristiche istintuali di una razza e riconoscerne le particolarità come individuo.
Ogni razza ha una sua specificità, degli istinti particolari che vanno conosciuti per indirizzarli e controllarli. Ma non bisogna allo stesso tempo classificare un individuo per la razza di appartenenza, ognuno è se stesso ed inoltre le varie derive legate all'estremizzazione delle expo ma anche del lavoro possono portare a soggetti che poco hanno dell'originale standard caratteriale e istintuale.
QUALE METODO ?
Altra cosa fondamentale per me è utilizzare le varie metodi di addestramento a seconda dei cani che hai davanti. Per questo io non sono una "talebana" di un sistema, ma mi adeguo al cane e al conduttore che ho davanti.
Per alcuni è meglio lavorare con l'immagine mentale, per altri con in shaping puro senza aiuti, per altri inizialmente in stimolo per poi passare in rinforzo, per altri va benissimo il clicker training. Secondo me uno deve conoscere ogni tipo di metodo (se volete chiamarlo così) di addestramento, sempre basato sul rispetto del cane, proprio per essere pronto ad usarlo dopo aver "letto" il binomio che ha di fronte.
Ci sono soggetti che fanno fatica a lavorare in shaping, il loro livello di stress si alza sensibilmente, alcuni si chiudono, altri sembrano inizialmente essere attivissimi, ma in realtà sono semplicemente "nevrotici" e questo sfocia a lungo andare in pianti, pigoli, deconcentrazione. Per alcuni può essere molto più semplice da capire e non portare a reazioni di stress se vengono guidati verso la strada per il successo del comportamento, magari anche in stimolo. Per altri invece lavorare in stimolo o anche non lavorare in shaping puro, rende il lavoro troppo meccanico…
Dipende !!! Ed è questo il bello dell'addestramento, ogni soggetto, ogni binomio ha la sua storia, quell'esercizio, quel comportamento non si insegna così per tutti ma per ognuno in modo diverso.
PERCHE' FARE SPORT
Tanti mi chiedono perché andare in gara, perché secondo me è bello, interessante fare sport cinofili. Perché secondo me metti alla prova al 100% il tuo rapporto con il cane, impari a leggere ogni minimo movimento, ogni minimo pensiero, impari a controllarti, impari a cercare di trovare il metodo giusto per insegnare una cosa, impari a metterti sempre in discussione e non sentirti mai arrivata come binomio. Impari che il tuo cane ti legge dentro e conosce ogni cosa di te e dovrai imparare a gestire le emozioni, impari che in gara ci sei solo tu e il tuo cane, nient'altro, nessun bocconcino, nessun gioco a cui delegare, solo tu, il tuo cane e il vostro rapporto.
Però…. Però bisogna riconoscere i propri limiti e i limiti del nostro compagno peloso, non tutti possono diventare campioni del mondo, pur usando la tecnica migliore, pur lavorando benissimo, io non sarò mai Einstein, né Carl Lewis, né Carla Fracci.
Ogni binomio ha le sue caratteristiche, le sue capacità, le sue attitudini più o meno marcate. Spesso nel cane vengono dalla selezione, dalla razza. Per me addestrare per lo sport vuol dire cercare di arrivare a quel mitico 100% ottenuto da noi stessi e dal nostro cane in termini di rapporto, conoscenza, capacità. Per alcuni sarà una debuttanti, per altri la vittoria al mondiale. Avere anche la forza di pensare che quel dato sport (arrivati al 100%) può non essere quello per cui noi e il nostro peloso siamo attitudinalmente adatti e avere la voglia e la generosità di andare verso ciò per cui il cane è portato, anche se inizialmente non era ciò che volevamo.
Fare sport è però anche secondo me obbligatorio nel caso che vogliamo riprodurre il nostro pelosetto. Se appartiene ad una razza che non è da compagnia devo verificarne le doti istintuali perché le razze non sono solo un "involucro" morfologico, ma sono nate per una certa attitudine e prima di riprodurre il nostro pelosetto questa va verificata.
Quindi un si obbligatorio a sheepdog per i border, ipo e mondioring per i malinois, tana per i jack, coursing-racing per i levrieri. E non c'è niente di più bello di vedere i nostri cani "lavorare" per ciò per cui sono nati ed arrivati come razza fino a questi giorni.
GESTIONE "SPORTIVA" DEL CANE - UNO O PIU' SPORT ?
Sento sempre più spesso parlare di una gestione "sportiva" del cane. Il concetto di "cane sportivo" italiano è che se il cane non fa altro nella vita (ovvero vede solo box o kennel e campo di addestramento) sarà così motivatissimo sul lavoro. Ovvero sei in carcere chiuso in una stanza in cui non vedi niente, vedrai che se esci mezz'ora per fare qualcosa, farai quella cosa che ti piaccia o meno al tuo massimo livello, perchè è l'unico momento in cui VIVI !!!
Riassumendo : se qualcuno mi dicesse che per vincere un mondiale con la sicurezza del 100% dovrei però non vivere al 100% il mio cane lo manderei a "spigare" lui e il mondiale stesso !!!
I miei cani gareggiano o hanno gareggiato in più discipline, ma sono liberi di giocare in casa (se non esagerano ma questo per il bene della casa e della loro salute), di farsi passeggiate in campagna, di nuotare, di coccolarsi (oddio se riuscissi ad evitare che Erak ciucci le orecchie di mamma Velvet e della pinscheretta...), di dormire sul divano di giorno e nel lettone insieme a me di notte...
Non accetto che per avere una migliore prestazione da un cane, per aumentare la motivazione si costringa il cane a fare una vita "reclusa", non accetto che una prestazione sportiva migliore sia legata ad una deprivazione del cane, ovvero se non hai altro nella vita....
Si parla di rapporto... ma questo è sfruttamento o meglio maltrattamento !!
Ognuno deve conoscere i limiti del proprio cane ma non cercare di andare un po' oltre (e poi per quanto ?? Di quanto ???) "usandolo" solo per lo sport !!!
Prima di tutto il cane deve essere un compagno di vita e poi un compagno di sport ma solo prima di tutto per il suo e poi per il mio divertimento !!!!!!!!
Tante persone mi dicono che non otterrò risultati rilevanti a livello sportivo internazionale proprio per la mia gestione dei cani, i miei cani in campagna fanno i cani, ne ho visti diversi che non riescono a non cercare di far fare qualcosa al proprio partner umano, faccio più sport disperdendo energie della sottoscritta e del cane...
Mi ricordo però una cosa che disse una campionessa del mondo di obedience (una volta terza, una volta seconda e una volta prima) ad uno dei miei primi stage. Chiese se noi partecipanti sapevamo che era la campionessa del mondo. Noi chiaramente rispondemmo di si. Poi chiese se quelli che stavano arrivando per fare agility sapevano che lei aveva vinto il mondiale. Probabilmente qualcuno si e qualcuno no. Passarono delle persone per strada e ci chiese se qualcuno di quelle persone poteva sapere chi era lei. Chiaramente la risposta era no.
Chiese anche se dopo dieci anni qualcuno appassionato di obedience si sarebbe ricordato che lei aveva vinto il mondiale.... La domanda potrei rivolgerla a voi, era il 2000....
Tutto questo per far capire come anche il titolo di campione del mondo di una specialità abbia un valore così relativo e che per questo non possiamo sacrificare al vita in un cane...
Comunque i finlandesi che stanno sul podio in tre discipline (obedience, agility, ipo) gestiscono i cani come cani da famiglia, fanno vita sociale (passeggiate, casa, divano, bambini) e si raccomandano di fare più di una disciplina (escluso forse l'ipo ma lì in realtà sono già tre discipline, pista, obbedienza e attacchi) !!!
Chi fa obedience di solito fa anche agility o sheepdog o prove naturali, chi fa agility fa anche obedience o sheepdog o prove naturali e così via.
Ad esempio Bluey, vicecampione del mondo di obedience, è anche campione scandinavo di prove naturali.
Il vicecampione del mondo di agility è anche obedience3 e così via !!
Lo shetland finlandese secondo al cruft l'anno scorso in freestyle è anche agility3....
Gli allevatori che conosco non accetterebbero mai di darti un loro cane sapendo che lo gestisci da "cane sportivo" come dicono qui da noi !!!
Tra parentesi la gestione che amo è anche quella che guarda caso mi permette di andare in campagna insieme ad altri cani, maschi e femmine, di condividere tranquillamente l'albergo o la casa con altri cani più o meno conosciuti, di non avere problemi a far stare insieme più maschi anche con femmine in calore... ovvero vivermi al 100% il cane !!!
RINGRAZIAMENTI
Per quel poco o tanto che ho ottenuto a livelli di risultati sportivi ma soprattutto per quello che mi hanno saputo insegnare a livello di rapporto con i miei cani e di aiuto a comprendere ed aiutare gli altri cani e conduttori vorrei ringraziare gli stranieri che più mi hanno dato tra gli stage a cui ho partecipato :
Emily Pritz, John Eklof, Ulf Karlborg, Angela Shmit, Inki Sijosten, Heidi Billkvam, Kay Laurence, Mary Ray, Richard Curtis, Maria Brandel, Christa Enquist, Peter Masa..
A livello italiano devo ringraziare per l'amicizia, l'appoggio e gli insegnamenti :
- i miei primi istruttori Andrea Lombardi e Sandra Bertolucci
- il mio figurante attuale Dario Pucci (ABC100 dogsport) e i miei precedenti figuranti che ancora mi onorano della loro amicizia Ario De Benedictis, Stefano Nardi e Andrea Bardelli
- la famiglia Giraudi, Gian, Gabriella e Nicola, che mi hanno guidato nei primi passi in obedience dandomi il loro totale appoggio
- Nicoletta Bellucci, una conoscenza ad uno stage con lei come relatrice che poi è diventata una grande amicizia durante i mondiali del 2003.
- la mia allieva nonchè la migliore amica che abbia mai potuto desiderare, mi manchi tantissimo Valeria Maranò, mi mancherai per tutta la vita, ti voglio bene, ogni giorno guardo il tuo Teem e penso a te.
A tutti coloro che mi sono accanto con il loro affetto, la loro amicizia, il loro appoggio, grazie ancora !!!